Differenze tra rullini e fotografia digitale
Era il 7 gennaio del 1839 quando venne dato l’annuncio della nascita della fotografia e, oggi come allora, quest’arte riesce ancora a destare emozioni e meraviglia sia in chi la pratica che in chi ne fruisce. Senza la fotografia indubbiamente le nostre vite sarebbero più povere e i nostri ricordi più scarni. Nel corso degli anni, come tutto, anche le tecniche fotografiche sono cambiate e si sono evolute. Molto sinteticamente, siamo passati dai rullini alla fotografia digitale e questo ha determinato un approccio diverso sia al lavoro del fotografo che del dilettante appassionato.
Cos’è una fotografia e come funziona una macchina fotografica?
La parola fotografia deriva da tue termini greci: foto, ovvero luce, e graphia, che significa scrittura. Vuol dire quindi scrittura/disegno della luce o con la luce. Un significato decisamente poetico che però molto concretamente ci fa capire cosa sia davvero una fotografia.
Per ottenere questo risultato, ovvero la foto, dobbiamo far riferimento alla componente ottica più importante di una macchina fotografica: la lente, o obiettivo. La lente cattura la luce che rimbalza su un oggetto e la gira alla camera, che la trasforma in immagine.
Rullini fotografici: cosa sono
Quando si usava la pellicola e la fotografia era analogica, prima dell’avvento delle macchine fotografiche digitali, la luce che attraversava la lente si “infrangeva” contro la pellicola, ovvero una striscia di plastica ricoperta da grani fotosensibili che reagiscono chimicamente alla luce.
La pellicola, avvolta su un supporto cilindrico di plastica, è ciò che conosciamo con il nome di rullino fotografico.
Da cosa è composta una pellicola?
La pellicola è composta da diversi strati e filtri: film, sottostrato, strato sensibile rosso, strato sensibile verde, filtro giallo, strato sensibile blu, filtro UV, strato protettivo e strato sensibile alla luce.
Nelle pellicole in bianco e nero, invece, è presente un solo strato fotosensibile.
Macchina fotografica digitale: cos’è e come funziona
Se nelle macchine fotografiche analogiche la luce si infrange contro la pellicola, nelle macchine fotografiche digitale, il rullino viene sostituito da un sensore che cattura l’immagine trasformandola in un segnale elettrico che a sua volta viene convertito in digitale da un convertitore situato nel chip di elaborazione. Tutti questi segnali vengono trasformati in dati digitali convogliati e memorizzati sui supporti di memoria.
La reale differenza tra una macchina fotografica analogica e una macchina fotografica digitale è quindi la presenza del rullino nella prima e del sensore nella seconda. A livello di tecnica fotografica, di nozioni e competenze da avere, non cambiano molte cose.
Ovviamente ci sono dei pro e dei contro sia nell’utilizzo della macchina fotografica analogica che in quello della digitale.
Come in tutti i settori lavorativi, anche in quello fotografico le fazioni schierate sono più o meno agguerrite. I fan della fotografia analogica dichiarano che sia quella la vera arte fotografica e che non si può dire di essere un vero fotografo se non si è mai usato un rullino. D’altra parte però, la macchina fotografica digitale offre la possibilità di poter scattare foto praticamente all’infinito, di poterne vedere l’anteprima e di avvicinarsi a un utilizzo professionale anche con più facilità.
Tra i contro della fotografia analogica sicuramente troviamo i maggiori costi di realizzazione di un servizio fotografico, ad esempio. I rullini hanno un costo, così come il procedimento di sviluppo, che con la macchina fotografica digitale viene azzerato. Fotografare in condizioni pessime di luminosità può essere un deterrente sia se si scatta con una macchina analogica che se si scatta con una macchina digitale, per due diversi motivi.
Per quanto riguarda il primo caso, le foto si scatteranno letteralmente alla cieca e il risultato non è garantito. Per quanto riguarda invece il secondo caso, potrebbero esserci dei difetti nell’ingrandimento delle immagini se non si utilizza una macchina digitale, e un obiettivo soprattutto, di ottima qualità. Generalmente è sempre la lente che determina la buona qualità della foto in quanto a nitidezza dell’immagine.
Fotografia digitale: scanner per diapositive
Quando si parla di fotografia analogica e fotografia digitale bisogna stare attenti a non confondere la tecnica e la tecnolgia delle due macchine fotografiche con il processo di digitalizzazione delle foto, che può essere fatto sia con le foto scattate in analogico che con quelle scattate già in digitale.
Lo scanner serve proprio a questo: ottenere un file digitale da vecchie foto, negativi e diapositive. Funziona un po’ come una fotocopiatrice, solo che invece di restituirci una copia cartacea della foto, scandisce, acquisisce, pixellizza e ricompone in digitale l’immagine che gli abbiamo chiesto di scannerizzare.
Quante volte capita di voler recuperare, duplicare, migliorare o dare nuova luce a vecchie foto trovate in soffitta e che compongono il grande puzzle della nostra vita? Tantissime.
Utilizzando uno scanner per diapositive (qui tutte le informazioni sugli scanner per diapositive) si potranno ottenere i file digitali che in caso di necessità potranno essere anche post prodotti per ottenere una maggiore qualità dell’immagine.